Estesi bacini di acqua salata, tutti collegati tra loro, che circondano e separano le aree continentali. Insieme ai mari (bacini minori che solitamente si aprono in posizioni marginali), gli oceani occupano, nel loro complesso, più dei due terzi della superficie totale della Terra e sono presenti prevalentemente nell'emisfero australe.
Attualmente le società geografiche accettano la distinzione degli oceani in oceano Pacifico, oceano Atlantico e oceano Indiano.
Per conoscere e vivere gli oceani non c'è niente di meglio che esplorarne i fondali e navigarli a vela. Ma mentre è possibile effettuare immersioni bellissime anche in moltissimi mari, la navigazione oceanica ha un fascino ineguagliabile, fatto di orizzonti infiniti, del gioco di forze possenti, di solitudine, di autonomia e di solidarietà, di ritmi ripetuti per settimane eppure sempre diversi, di mete lontane e talvolta quasi mitiche che, raggiunte, incidono emozioni perenni nei nostri animi. Lo sapevano bene gli antichi navigatori spinti dal desiderio di scoprire l'ignoto; lo sanno bene, tra gli odierni velisti, coloro che hanno partecipato ad almeno una edizione della Whitbread, oggi Volvo Ocean Race, il giro del mondo a vela riservato ad imbarcazioni con equipaggi. Purtroppo queste acque sono state anche luoghi segnati da tristi pagine della storia umana: ricordiamo le scorribande dei pirati nell'oceano indiano e le rotte dei trafficanti di schiavi nell'Atlantico.
Non possiamo concludere senza sottolineare che la salute a lungo termine degli oceani (come anche delle aree marine e costiere), ha un'importanza fondamentale per mantenere la vita sul nostro pianeta. E' quindi veramente urgente, per la vitalità degli ecosistemi marini e la sicurezza alimentare globale, riesaminare l'impatto e la gestione delle attività di pesca e dei trasporti in tutte le zone oceaniche del mondo, e non solo in mare aperto.